
La nota dell’USSI diffusa al Congresso FNSI di Riccione dopo l’intervento del Presidente Nazionale Gianfranco Coppola.
Care colleghe, cari colleghi, Ufficio di presidenza del Congresso. Dire che nel giornalismo viviamo i nostri tempi vuole anche dire che non possono più essere quelli della fase pandemica. Ussi ha 76 anni di storia e di racconto dello sport. È associazione benemerita Coni e gruppo di specializzazione della Fnsi. Ne siamo fieri come giornalisti. Rispettiamo due dettati statutari. Ma siamo giornalisti e abbiamo bisogno della Casa madre che non vuol dire solo severità o timore di sgridate ma soprattutto sostegno senza troppi formalismi. Non c’è bisogno di vigilanti.
Siamo soddisfatti per quanto fatto negli ultimi anni riproponendoci, grazie alla forza del territorio coi nostri gruppi e ad importanti iniziative nazionali, con un ruolo riconosciuto da sostenitori e controparte e, in tempi di governo disgregato, abbiamo mantenuto l’impegno a costo zero ma con un faticoso lavoro di relazioni di ospitare a Roma il congresso della stampa sportiva mondiale AIPS. 180 delegati da ogni paese del mondo per capire come si è riavviata la macchina dell’informazione sportiva nel dopo Covid. C’era anche il soldato ucraino Vladimir Dunakey che è in guerra da quando ha lasciato il progetto young reporters che lo vedeva sul campo come cronista ai Giochi Asiatici. Il giovane giornalista soldato ci vede da un anno al suo fianco. La sinergia con Ordine per deontologia e non solo e Fnsi sarà fondamentale dopo questo congresso.
Ci auguriamo il ritorno alla piena attività di molti altri gruppi di specializzazione. Senza fare le antiche vestali c’è chi ha lasciato casa e magari ha trovato ospitalità altrove anche se sappiamo che al tavolo ufficiale ci siamo noi della Fnsi. Strategia dicevo. Va considerato un esperimento l’intesa con la Lega serie A di calcio per il nuovo regolamento con Ordine e Ussi, che è ovviamente Fnsi e non c’è bisogno di protezione ma di cooperazione. Noi siamo la “finsi“ come dice il mio carissimo amico Elio Donno.
Numeri, attività, manifestazioni, atti concreti. Oltre 2200 associati un numero importante di colleghi che pagano tutte le quote previste (Ordine, Fnsi) che a volte ritengono una forzatura. C’è la categoria dei giornalisti per immagini non solo fotografi stretti in un angolo, massacrati dai diritti e dagli egoismi, con la concorrenza dei social (oltre ai club anche molti calciatori vip hanno il fotografo personale e la quota per ingresso sul campo si abbassa) e assicurazione obbligatoria e altro da assolvere. Dobbiamo tenere come bene è stato fatto, tenere accesi i riflettori sui fatti sociali come giornalisti minacciati e, peggio, ammazzati, ma sarà necessario dimostrare coi sit-in anche contro presidenti e organizzazioni che non ci fanno lavorare. Noi ci saremo. Coi tempi che viviamo questo sì. Con passione ma fermezza nel rivendicare il diritto al lavoro con dignità e col giusto guadagno. Per un sano racconto dello Sport.