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Ussi-Coni, il dna dello sport

Ussi-Coni, il dna dello sport

La consegna del “Premio Tosatti” alla carriera a Nino Petrone – Foto MEZZELANI GMT SPORT

“Siamo sul territorio e con le nuove generazioni” ha detto Gianfranco Coppola. “Senza di voi tutto sarebbe molto complicato” ha aggiunto Giovanni Malagò. Sfide, schiene dritte, presente e futuro del giornalismo sportivo italiano. Il mestiere in vetrina al Salone d’onore “Giulio Onesti”

di Mario Frongia – Vicesegretario USSI Nazionale

L’emozione di Ivana Tosatti, la compostezza di Maurizio Crosetti, lo charme di Giorgia Rossi, i toni inconfondibili di Marco Franzelli. Intenso giorno al Coni. Il giornalismo, tra cattedra e vicoli bui, maniche rimboccate e scarpe da consumare. Certo, con limiti, tensioni, inadeguatezze. Ma sempre e comunque fondamentale, ingrediente di sviluppo e civiltà insopprimibile. Lo sport, i luoghi, le donne e gli uomini. Idee e tradizioni coltivate con passione. Quella forza dirompente che conduce a pestare sulla tastiera e a raccontare per bene una storia. A prender per mano il lettore fino in fondo, a convincere un radio e tele ascoltatore che dopo quel servizio sarà un pochino più forte, più informato, più cittadino.

“Abbiamo 75 anni di attività come sindacato e da 70 collaboriamo per questi premi. La nostra forza passa e si adagia sul territorio e sui giovani, con impegno e convinzione. Sì, è sempre più difficile raccontare le sportive e gli sportivi ma noi non ci fermiamo e mai lo faremo” le parole di Gianfranco Coppola. Il presidente dell’Ussi ha poi scherzato con Giovanni Malagò e si è emozionato nel premiare Nino Petrone. I maestri e gli allievi di un Paese che non può arretrare. L’atmosfera del salone dedicato a Giulio Onesti è quella giusta. In prima fila Gianni Letta, alla sua maniera, ha ondeggiato il capo e sorriso. E se sul palco il numero uno del Coni ha riannodato i fili di una celebrazione “preziosa per tutti noi e per l’Italia: senza il vostro lavoro tutto sarebbe più complicato, forse inutile”, Paolo Garimberti, Giulio Anselmi, Carlo Mornati, Danilo Di Tommaso e la signora Tosatti si sono ritrovati nell’applaudire la qualità dei lavori. Libri, servizi, approfondimenti. Con racconti e flash di vittorie e successi. La cartina al tornasole di rabbia, lacrime, sudore e fatica. Distanze, strutture e risorse, spesso striminzite, a condire il tutto. Dal tennis che convive con l’autismo al comunista che insegna lo stop a Pelè, passando per l’assassino di Dieguito, la feroce solitudine dei pugili, i balletti sotto canestro fino alla medicina, il benessere psicofisico, i giovani. Un mondo a tratti ancora in bianco e nero. Con le emozioni a colori. Sport delle meraviglie e dei fiaschi, tra fenomeni e bidoni. Narrato con ritmo, competenza e un filo di coraggio. “Ma anche con buona conoscenza della quotidianità” ha rimarcato Nino Petrone, decano degli scriba. Il mix è questo. Con in più la fermezza che deve porre chi ci prova: né un centimetro avanti, né uno indietro. Un utile antidoto per sopravvivere al vetusto braccio di ferro con poteri e contropoteri.

Nella sala delle feste del Comitato olimpico nazionale tutte e tutti hanno portato un mattoncino di fierezza e dato indicazioni per un futuro oramai presente. Con esperienze come quella della società Nexting, segnalata dal Coni per il contributo dato ai Giochi del mediterraneo. Quindi, il bouquet “grandi firme”. Dal divertito Marco Nosotti all’impassibilità di Maurizio Crosetti, il sorriso di Giorgio Specchia, l’energia di Marco Rosignoli, l’esperienza di Dario Torromeo.

Il dream team del mestiere annata 2022 comprende anche Simone Digennaro, Giovanni Casalegno, Claudio Bolognini, Daniele Poto, Alessandro Castellani, Andrea Melis, Stefano Semeraro. Penne, volti e voci. “Al servizio di una comunità che vuole e deve sapere, per tempo, con i toni giusti e una cifra tecnica lontana da qualsiasi manipolazione” ha segnalato Gianfranco Coppola. Mondiali, campionati, olimpiadi. Ma anche periferie fragili, dimenticate e impolverate. Piccole dispute e sacrifici di un dietro le quinte da coltivare ed esplorare. Con rigore e perizia, forse l’unica regola utile per sostenere il far west imperante nel web, tra fake e ostilità preconcette. I Premi Ussi-Coni sono anche questo. Confronto e dibattito, aperto e per nulla incanalato a tavolino. Il Consiglio nazionale dell’Unione stampa sportiva italiana, tenutosi prima e dopo la consegna dei riconoscimenti, ne è stato un esempio. Dalle attività sparse per lo Stivale, con i giovani e gli anziani, contro discriminazioni di qualsiasi tenore e per l’inclusione, per promuovere disabilità, metodiche e una qualità della vita che sia sempre migliore senza confini né paletti. L’Ussi riflette e si muove. Su Statuto, fondi, formazione e aggiornamento, regole da rispettare, etica e deontologia, eventi da rilanciare e promuovere nelle scuole e negli atenei, tra over 65 e stranieri. Ma in agenda ci sono anche accrediti, zone miste, spazi per i fotografi. Fino alle collaborazioni fondamentali con il territorio, da Sport e salute all’Anci, al Cusi, al Coni.

L’universo giornalistico, senza se e senza ma. Uno scenario, come ha ribadito il buon Petrone, che richiede “onestà intellettuale. E non solo perché tentazioni, agguati e trappole sono dietro l’angolo. Questo è un momento difficile per il giornalismo. Ma ai giovani dico: non rinunciate mai ai vostri sogni”.

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