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Paralimpismo e cronaca: tra sacrifici, tenacia, lavoro e umilità. Conclusa la cerimonia dei Premi CIP-USSI

Paralimpismo e cronaca: tra sacrifici, tenacia, lavoro e umilità. Conclusa la cerimonia dei Premi CIP-USSI

Al Foro Italico i riconoscimenti del Comitato paralimpico ai giornalisti che narrano storia e successi dello sport che cresce e conquista. “Grazie a voi abbiamo fatto passi da gigante” dice Luca Pancalli. “Raccontiamo con passione e senza demagogie” aggiunge Gianfranco Coppola.

di Mario Frongia

La sfida delle sfide. Contro sé stessi ancora prima che contro i limiti e la disabilità. Senza pietismi. Capaci di accettare le diversità. “Con il sorriso e l’allegria, come ci insegnano queste ragazze e questi ragazzi” rimarca Monica Matano, conduttrice Rai e moderatrice della prima edizione di un Premio che sa di buono. Parte il filmato. Da brivido. Tra storia, fatiche, dolore. Carrozzine, protesi, ausili. Traguardi che paiono impossibili. Un mondo in salita, percorsi impervi, senza sconti o scorciatoie. Lo sport paralimpico e i suoi piccoli grandi interpreti. Eroine ed eroi. Raccontate con precisione, competenza, passione. Senza stereotipi o pregiudizi. Immagini in bianco e nero, emozioni a colori. “Regalare ai bambini peluche con una disabilità, potrebbe aiutare tutti” sintetizza Martina Caironi, plurimedagliata olimpica. La prima edizione del Premo Cip-Ussi incornicia un orizzonte che conquista. L’intesa maturata tra Comitato paralimpico e Unione stampa sportiva italiana e un battesimo nel cuore del Foro Italico. Ci sono tutte e tutti. I medagliati di Parigi 2024 posano, parlano, raccontano. Simone Barlaam, Martina Cairoli, Giulia Ghiretti portacolori sorridenti di vittorie e record. Ma anche di socialità e inclusione. Luca Pancalli, numero uno del Cip, taglia corto: “La famiglia paralimpica italiana ha riflettuto su come premiare la vostra categoria. Siete stati al nostro fianco negli ultimi vent’anni in un percorso che guarda al passato. Eravamo pionieri, era faticoso se non impossibile far passare le nostre notizie. Da allora a oggi abbiamo compiuto un passo importante. Questa prima edizione guarda ai successi passati, all’attualità e al futuro. Siete il dodicesimo giocatore in campo, senza di voi queste atlete e questi atleti sarebbero rimasti sconosciuti. E non scordo la nostra contaminazione con la società civile”. La sala apprezza. Il presidente prosegue: “Chiunque abbia sposato le nostre notizie ha la nostra gratitudine. Dietro ci sono storie di vita. Ricordo che nel 2010 Sky per la prima volta diede attenzione alle prime Paralimpiadi di Vancouver. Poi, abbiamo avuto anche le attenzioni della Rai. Questo premio è segno di riconoscenza. Assieme stiamo cambiano il nostro paese”. Da Parigi, con 71 medaglie e record, tutto pare più facile. La strada è aperta.

“Raccontare lo sport, non solo di quelli che salgono sul podio, fa capo anche al lavoro dei corrispondenti sul territorio. Al Quirinale l’estate scorsa mi hai detto che – dice Gianfranco Coppola, numero uno dell’Ussi, a Luca Pancalli – non avresti mai immaginato che il Tg1 aprisse con le paralimpiadi. Siamo passati senza approccio diverso o di sostegno a uno sport con campioni e campionesse che hanno trasformato un ostacolo in un moto di orgoglio. Noi ci mettiamo passione e sensibilità”. La sala applaude. “Immediatamente ci si accorge di un tratto umano notevole. Incrociamo atleti con limitazioni che danno tutto per inseguire un obiettivo. Ragazze e ragazzi che si sacrificano quotidianamente. Non dobbiamo fare né colore né demagogia ma un racconto aderente alla realtà. Il mondo paralimpico trasmette positività. Non dimentichiamolo” conclude Gianfranco Coppola.

La cerimonia. Monica Matano e Giovanni Bruno aprono le danze. La medaglia con i dati in braille, che celebra i duecento anni di Fulvio Morella, già autore di una medaglia esposta a Parigi 2024. Lorenzo Roata (SportAbilia) narra lo, sport senza barriere, per innamorati dello sport e della vita. Claudio Arrigoni (Corriere della sera e Gazzetta dello sport) ricorda i linguaggi attenti alla dignità degli individui. Spazio a una voce storica di Radio Rai, Sandro Fioravanti. Pergamena e applausi anche per Rai Sport. Parte un filmato sui Giochi di Parigi 2024. Ci sono fuochi pirotecnici, lacrime e temperamento. In pista, palestra, piscina e pedana. Podi e medaglie. E ancora medaglie. Pianti e abbracci infiniti. Il tricolore, di tutte le dimensioni, che sventola. Orgoglio e italianità.  Jacopo Volpi e Massimiliano Mascolo, alla guida della testata Rai ieri e oggi, sorridono. “L’impresa della vita!” dice la voce fuori campo. “Mutare le mancanze in forza e coraggio” è una delle frasi clou. Pare facile ma non può esserlo. Simone Barlaam, otto medaglie tra Tokyo e Parigi, premia e ringrazia: “Senza voi giornalisti le nostre gare rimarrebbero confinate al pubblico delle piscine e delle palestre”. Dai cronisti emerge il cuore della mission: “Estirpare luoghi comuni e analisi approssimative”. Con voce roca Luca Pancalli sintetizza: “Portate la grammatica dell’umanità che sta dentro di noi, senza retorica, nell’esercizio della professione. La felicità? L’idea di aver lasciato il segno”.

I premiati. Applausi per Rai News 24, diretto da Claudio Petrecca. Il premio lo ritira da remoto un’emozionata Novella Calligaris. Quindi, Paolo De Laurentiis (Corriere dello sport), Maria Luisa Colledani (Il Sole24ore, “Per i duecentomila bambini che il Comitato olimpico ha portato a vedere le Paralimpiadi”),  Claudio Lenzi (Gazzetta dello sport), Roberto Pacchetti (Tgr Lazio), Mario Nicoliello (Avvenire), Felicita Pistilli (Rai2), Mattia Chiusano, Repubblica. (“Il futuro presidente del Coni verrà dal mondo paralimpico?” chiede Matano. “Magari è in sala!” dice Chiusano), Mirko Narducci (agenzia Dire), Sonia Arpai (Italpress), Dario Marchetti (Ansa), Mauro Ujetto (fotografia), Nadia Lauricella (social), Giacomo Prioreschi (radio e comunicazione multimediale) e Allianz con Emanuele Ottaviano e Valentina Sestan (premio campagna “Sognando Parigi”).

FOTO: SIMONE FORZAN/CIP

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