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Merlo, AIPS: il giornalismo sportivo è in salute ma va rispettato

Merlo, AIPS: il giornalismo sportivo è in salute ma va rispettato

Proseguendo una galleria di “prime firme” del giornalismo (Massimo De Luca, Antonello Valentini, Italo Cucci in ordine di apparizione) incominciata circa due mesi orsono, il “Pallone Gonfiato”, storica trasmissione di calcio – e sport – nata 47 anni fa e curata ininterrottamente dal consigliere USSI Alberto Bortolotti sulle reti tv dell’Emilia-Romagna (ora Icaro Tv, streaming su IcaroPlay) ha ospitato domenica sera in diretta Gianni Merlo, già inviato della Gazzetta e da cinque mandati Presidente AIPS, la Associazione Mondiale della Stampa Sportiva a cui appartiene l’USSI.

Due i temi toccati di stretta attualità.

Sul caso Sinner: “Secondo me il patteggiamento era l’unica strada percorribile per lui. Il problema della responsabilità oggettiva esiste soprattutto nel tennis. Un professionista che guadagna certe cifre deve sempre stare attento a cosa usa, ma è anche giusto riconoscergli la non intenzionalità come la WADA ha fatto. Se non fosse stato così non avrebbe offerto il patteggiamento. Era già stato sanzionato in USA e adesso lo hanno penalizzato in modo più blando. Si può allenare per tre mesi per poi disputare i grandi tornei in estate, che non perderà. Ha scelto questa strada per uscirne pulito, accettando la logica della responsabilità oggettiva che non si può togliere per non creare poi alibi in certi casi”.

Sulla possibile proroga del mandato di Malagò: “Penso che l’Olimpiade la farà ugualmente perché è presidente del CONI. Dipende da loro e dalle loro logiche. Tempo fa è stata fatta una legge e adesso la si vuole cambiare perché i mandati vanno a scadenza? Siamo sempre al problema dei termini d’età. Questioni di lana caprina. Mi fa piacere che Malagò possa comunque seguire l’Olimpiade con il ruolo più importante. E fino all’ultimo deve essere in grado di proporre un prodotto di qualità. Inoltre, non perde neppure il suo incarico nel CIO. Potrebbe perdere quella più importante al CONI ma sono cose che fanno parte a logiche che a noi sfuggono”.

Sul ruolo formativa dei “dinosauri” della nostra categoria verso i giovani: “Stiamo facendo molti progetti con gli under e li portiamo a seguire eventi per lavorare sul campo e capire le logiche a cui si trovano di fronte sul lavoro. È chiaro che stanno sempre di più sparendo i rapporti con i campioni. Un principio molto pericoloso anche per lo sport, perché se si isolano gli atleti, si rischia che scoppino poi scandali. La nostra amicizia con giocatori o allenatori era una garanzia per evitare che uscissero dal seminato. Adesso c’è chi si scatena in modo sbagliato e noi dobbiamo educare i giovani ad usarli con il giusto criterio. Anche noi giornalisti dovremmo adeguarci ai nuovi mezzi senza dire “prima era meglio”. Il meglio sarà il futuro, ma i principi del giornalismo onesto non cambiano. Quello che manca ora nei giornali è la scuola. Un tempo si seguiva una logica e ogni lavoro veniva controllato. Ora no ed è un rischio. C’è un problema di riorganizzazione del lavoro nelle redazioni. Se non gli si insegna la disciplina nel controllo della notizia e lui si lascia trasportare quello che sente, è rischiosissimo. Io resto molto fiducioso nei confronti dei giovani. Dobbiamo impegnarci tutti senza lamentarci e tenere uno spirito giovane.  Il problema è, come dicevo, del come si insegnano ad usare gli strumenti moderni. Non c’è un controllo da parte di chi dovrebbe attuarlo. Se ci fossero esempi positivi, i meno anziani li seguirebbero. Bisognerebbe analizzare e giudicare i nostri comportamenti. Il giornalista nasce egoista. All’inizio può essere difficile ma poi si capisce che i giovani sono molto più reattivi di quanto lo fossimo noi ai nostri tempi. Vogliamo giudicarli senza vivere con loro. Bisogna poi anche mettersi dalla parte di chi paga per leggerci. La scuola sul campo ti insegna a crescere. Tornando alla gioventù di oggi, cresce con le immagini e non sa più descrivere un fatto perché non ha un vocabolario adatto. Ai miei ragazzi dico sempre che le immagini sono importanti per fissare un fatto ma i sentimenti li dobbiamo tirare fuori noi. Bisogna insistere su queste cose. La società e la gente non hanno più il tempo di verificare se le cose sono giuste o meno. Dobbiamo fare una rivoluzione mentale, come nel 68’. Bisogna uscire dalla logica dei social che hanno grandissime potenzialità che vanno sfruttate nel modo corretto”.

Uno sguardo al calcio e al campionato di Serie A: “Credo che Juve-Inter sia stata una bellissima partita, giocata con i motori al massimo da entrambe le squadre. La Juventus è riuscita a segnare e chi segna ha sempre ragione. L’Inter non ci è riuscita. Secondo è giusto sia giusto così. È stata una partita emozionante, con una tattica d’attacco molto bella. Le due squadre hanno finalmente divertito per tutti i 90’. Credo che il pubblico si sia divertito molto e speriamo che entrambe possano giocare allo stesso modo in Champions. Con questa determinazione le italiane potranno superare il turno. L’Inter respirerà un attimo e vedremo, ma si è visto che Thuram è fondamentale. Quanto a Conte al Napoli, ne ha cambiato la vita. Se confrontiamo lo scorso anno con questo, è un altro film. È riuscito a rimotivare dei giocatori che sembravano un po’ rilassati. Lui non ha a disposizione lo stesso materiale umano di Inter o Juventus ma sta facendo cose egregie. Poi, va detto che questo campionato è estremamente interessante. Non c’è un padrone e tutto può succedere. Le prime tre sono quasi irraggiungibili ma tra di loro sono molto vicine”.

Infine, la possibile ricandidatura: “Il prossimo anno ci saranno le elezioni e potrei anche ripresentarmi. Devo vedere se trovo una persona che può proseguire tutto il lavoro che ho impostato io. Mi dispiacerebbe se si disperdesse tutto quello che ho fatto. Noi dobbiamo aiutare le nuove generazioni. Essendo un lavoro pro bono è difficile trovare chi può assolvere un compito del genere. Adesso ho lanciato l’iniziativa di fare un’intervista on line ai sette candidati al CIO, sta destando interesse”.

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