
Intesa e sinergia a favore dei giovani cronisti e di una quotidianità operativa sempre più a rischio. A Vigevano la stretta di mano tra Gianni Merlo e Gianfranco Coppola
di Mario Frongia – Vice Segretario Ussi
Un giornalismo che ha subito, prono e supino, le sgangherate e spesso banali avanzate degli editori e dei social. E quindi delle fake news e dei cronisti un tanto al chilo. Il dubbio tra la causticità di Ennio Flaiano (“Se i potenti avessero il culo foderato di carta vetrata, la metà dei giornalisti non avrebbe la lingua!”) o Enzo Biagi (“C’è qualcuno tra noi che si inginocchia al padrone di turno ancora prima che questo glielo chieda!”) è forte. Dà amarezza, ma la verità è anche questa. La categoria non ha saputo gestire, o lo ha fatto solo a spanne e spesso per interesse e tornaconto personale, il mondo digitale e le avanzate padronali. Il mestiere per sopravvivere, meglio se con la schiena dritta, ha un senso se ritrova carattere, competenza e continuità. A Vigevano la mattinata è quasi da caminetto e da fusa al gatto. Ma a trecento metri dalla piazza disegnata magistralmente dal Bramante, l’alveare è in piena attività. Giovani cronisti che scrivono, mandano mail, smistano telefonate. Azra Isic, bosniaca-spagnola, mentre Nadine Hassan, giordana, è a Riyadh per i World combat games, Chibu e un altro pezzo di nome impronunciabile (Nnadiegbulam Chibuogwu), arriva dalla Nigeria e porta in dote entusiasmo, energia e un sorriso che avvicina e scalda. Bandiera tricolore per Marinella Cesarini, Stefania Baraldo e Stefano Carnevale. Il Merlo Team sta sempre sul pezzo, con cortesia ed efficienza.
La giornata è lunga: il 2024 è denso di avvenimenti. A partire dalle Olimpiadi di Parigi, l’agenda è full. Aips deve correre, l’Ussi pure. Dopo il congresso mondiale tenutosi a ottobre 2022 a Roma, con bacio accademico e congratulazioni ai gestori dello sport mondiale da parte, tra gli altri, di Aleksander Ceferin, Giovanni Malagò e Gabriele Gravina, l’Associazione è in tiro per curare la giura degli Award ai giornalisti dei cinque continenti. Il formicaio non si ferma mai. Alle pareti fanno buona guardia le immagini dei monumenti dello sport mondiale. Da Gustav Thoeni a Edwin Moses e Carl Lewis. C’è persino il grande Fosbury. Poco distante la caricatura di Merlo vergata a matita da Gianni Brera. Centinaia di cimeli, quadri, oggetti, gagliardetti, interviste sotto vetro – quella di Andrea Giannini, per anni allenatore di Oscar Pistorius, merita un bel respiro! – palloni e palle di tutti gli sport. Flash su vertici, giochi olimpici, mondiali, sfide da un angolo all’altro del pianeta con un comune denominatore: la narrazione di qualcuno, in cento lingue e assonanze diverse, che le ha viste, vissute, raccontate. E sofferte.
I giornalisti, dunque. Grandi scassa balle, ma, piaccia o meno, insostituibili. La casa di Vigevano, anch’essa con una storia mica male, è il tempio-segreteria dell’Aips. L’Associazione internazionale della stampa sportiva nel 2024 spegne le candeline. Cento, per la precisione. Tante e poche al tempo stesso. “Abbiamo tanto da fare, anche per consolidare i percorsi di questi ultimi venticinque anni. In cima alla lista ci sono i giovani: con il programma, e la visione, di Young reporters, pensiamo e portiamo avanti un progetto che attragga, catturi e tenga in piedi le future generazioni che si occuperanno di giornalismo sportivo. Facile? Neanche un po!”. Il presidente, figlio di Dante Merlo – icona di un’atletica in bianco e nero ma comunque da emozioni forti: come quella di chiamare nel 1980, a Pasqua, un allora sconosciuto Sebastian Coe, primo al traguardo sui sanpietrini di Vigevano con Alberto Cova a rimorchio! – è in forma. Nelle stanze, recuperate nel tempo dallo studio del Conte Bonacossa, si respira un’aria che sa di museo che vive e vuol vivere. Un pezzo di universo dei cronisti sportivi dei cinque continenti passa da qui. Clip e carrellate di foto raccontano premi, eventi, cerimonie. Un backdrop con il brand Aips troneggia al centro della sala presidenziale. Da una poltroncina in raso rosso, usata spesso, e una scrivania che ne ha viste molte nonostante il pc Apple di ultima generazione, Gianni Merlo brinda. Ai suoi, al secolo di vita dell’Aips e all’Ussi. Sì, l’intesa con i cronisti dello sport italiano capitanati da Gianfranco Coppola, è ancora più concreta. E guarda avanti. Giacca in tweed, occhialini sulla punta del naso, barbetta volutamente incolta, Merlo combatte con al fianco l’Ussi. Coppola, bretelle inglesi e sneaker ai piedi, ringrazia e risponde a tono.
Il direttivo nazionale, reduce da manifestazioni di pregio, dalla Ryder cup romana a decine di appuntamenti tesi a promuovere inclusione, attività sportiva, atleti diversamente abili, over 65 e, in sostanza, buone pratiche dentro e fuori dalle redazioni, ha da supportare colleghi tenuti fuori da conferenze o zone miste in mezza Italia. Ma anche sul mix di incontri, e cerimonie tese a sostenere i giovani, curati dai comitati regionali, è stata l’occasione per fare il punto. Intesa e ripartenza. I vicepresidenti Mimma Calligaris, Riccardo Signori e Giuliano Veronesi, il Segretario Guido Lo Giudice e il Vice Segretario Mario Frongia, il presidente della Consulta dei presidenti, Mario Zaccaria, hanno stretto le maglie: “Difenderci e recuperare i nostri legittimi spazi a tutela del lavoro e della trasparenza delle notizie per i cittadini, è basilare. Mentre con le Leghe calcio di B e C siamo in una condizione di reciproco rispetto, cosi come con Federcalcio, Coni, Sport e salute e il ministro Andrea Abodi, dobbiamo frenare le ingerenze e i soprusi dei club della Lega A. Sulle nostre condizioni operative, tra stadi e centri d’allenamento, c’è tanto da recuperare. Proveremo a stanarli con fermezza. E saremo molto netti anche con l’Ordine nazionale e con la Federazione della stampa: questa battaglia si può combattere solo se si gioca di squadra”.
Il momento è delicato. Per accreditamento e reputazione, il mestiere soffre e dà poche garanzie a chi comincia o ci vuol provare. Gianfranco Coppola e i suoi puntano a invertire la rotta. Applaudito a Milano alla presentazione del volume “Campioni per sempre” – il ricavato va alla comunità Casa di Tonia, al centro della campagna sociale del cardinale Crescenzio Sepe, striscia accurata e festosa del Napoli e degli eroi del terzo scudetto, visti da quelli che al San Paolo hanno vinto il primo e il secondo -, Coppola sa che il passaggio è di quelli da adesso o mai. Anche Merlo annuisce. Il colpo di reni non può subire ritardi. Ecco un altro buon motivo, per il secolo dell’Aips e i 75 anni dell’Ussi, per recuperare terreno e rispondere ai padroni, o pseudo tali, del potere mediatico, politico, gestionale. Una guerra persa fin dal via? Può darsi, ma guai a mollare. Una foto del mausoleo merliano racconta meglio di mille parole quale sia stato il baratro, forse irrecuperabile, della professione: Gianni Merlo scrive. Alle sue spalle Alberto Tomba, alla vigilia di una manche di Coppa del mondo. Oppure, quell’altra con al centro Ronaldo il fenomeno. Attualmente, cose impensabili. L’incontro operativo di Vigevano ha messo in luce che occorre sinergia e una stretta su valori ed etica. Ma è necessario esporsi, su temi ben argomentati, con più frequenza e costanza. D’altronde, l’Ussi è un sindacato. L’Aips, con Gianni Merlo ai vertici dal 2005, è la competente custodia dei valori universali che sorreggono libertà di stampa e di critica. Si procede assieme. Con vigore e determinazione. Un po’ anche per il giovane cronista ucraino che ha lasciato la calda postazione al suo sito web a Kiev per indossare la mimetica e andare al fronte. “Ho deciso di combattere perché in certi momenti sai di non poterti tirare indietro”. Per Aips e Ussi la musica è la stessa.